Irresistibile attrazione - Ravenna Trasgressiva

Irresistibile attrazione - Ravenna Trasgressiva


Potete ben capire che la sottoscritta, una trans di Perugia trasferita da qualche mese in un paesino nel cuore dell'Umbria, possa faticare a fare conoscenza, vuoi per la mentalità non certo ultra moderna degli abitanti, vuoi per la mancanza di eventi sociali a cui partecipare, così quando mi si presentò l'occasione di fare da scrutatrice ai seggi in occasione delle ultime elezioni, colsi al volo l'opportunità, un po' per conoscere gente, un po' per fare il mio dovere di cittadina responsabile, dovere che svolsi ineccepibilmente, salvo un piccolo e gustoso fuori programma che non riesco a non raccontare... Erano appena le sette del mattino quando fummo convocati ai seggi, e fui subito presa dallo sconforto, dato che i miei colleghi di quei giorni erano noiosi uomini di mezza età, che già cominciavano a guardarmi male, fortunatamente la situazione prese una piega inaspettata e piacevole all'arrivo di Giorgia: poco più di vent'anni, dunque appena qualche anno meno di me, piccolina, lunghi capelli biondi, occhi color nocciola e un fisico niente male, la ragazza si scusò del ritardo e si presentò a tutti, riservandomi un sorriso che mi sciolse all'istante; personalmente, di solito mi piacciono gli uomini, ma a volte perdo la testa per le ragazze, soprattutto quelle solari e dall'aria innocente, per le quali divento letteralmente pazza di desiderio, proprio come con Giorgia.
Il feeling tra noi fu subito fortissimo, tanto che con naturalezza ci mettemmo vicine e lavorammo di buona lena in coppia, sia nelle operazioni preliminari, sia quando le urne furono aperte, alternando momenti di affollamento a ore intere senza che nessuno si presentasse a votare. In quei momenti ne approfittammo per fare conoscenza, con Giorgia che si rivelò una splendida persona non solo fisicamente, ma anche nella vita di tutti i giorni, tanto che organizzammo già di prenderci un aperitivo insieme: la tensione cresceva, e ogni volta che le nostre mani si sfioravano, per passarci le schede come per puro caso, le nostre dita indugiavano sempre una frazione di secondo più del dovuto. Più passava il tempo, più la sintonia aumentava, e sempre più spesso mi ritrovavo ad allargare una gamba per cercare il contatto con la sua, con lei che ricambiava alla grande, anzi, talvolta mi sfiorava il piede con il suo, facendomi salire una voglia come non ne provavo da tempo, fino a quando non si presentò l'occasione per sfogarci: era sera inoltrata, di votanti non se ne vedevano più, e per i pochi che venivano gli altri scrutatori erano più che sufficienti, così con una scusa uscimmo dalle aule e ci addentrammo al piano di sopra della scuola che ospitava i seggi, con una voglia incredibile l'una dell'altra, prima di arrivare in uno stanzino appartato, che sembrava messo lì apposta per noi.
Nemmeno il tempo di chiudere la porta che Giorgia mi fu addosso, spingendomi contro il muro e avvicinando il suo bacino al mio, per sentire quanto ero eccitata: inutile dire che era già duro, per la gioia della mia nuova amica che, mentre mi infilava quanta più lingua poteva in bocca mi slacciava i pantaloni, tirando fuori il mio membro e lasciandosi sfuggire un mugolio di soddisfazione alla sua vista. Ammetto che là sotto sono davvero ben messa, tanto che molte volte più di un maschietto si è rifiutato di averci a che fare, mentre le femminucce sono sempre state più coraggiose, e lo stesso valeva per Giorgia che, stanca di maneggiare penne e matite, ora armeggiava con qualcosa di ben più consistente... Le sue mani presero a toccarmi dolcemente l'asta, con la destra che scendeva e si alzava lentamente mentre la sinistra, dopo avere inumidito la punta grazie alla saliva prelevata da una rapida passata di lingua, si concentrava sulle mie palle, accarezzandole dolcemente. Le labbra di Giorgia si soffermavano delicatamente sulle mie, con lentissimi baci che non facevano altro che accendermi ancora di più, mentre le mie mani avevano già alzato il suo vestito, scoprendo delle natiche da urlo, per poi intrufolare un paio di dita nella loro minuscola fessura. Rimanemmo così per un bel po', stuzzicandoci a vicenda con tutta la calma del mondo, incuranti dei nostri doveri, fino a quando volli assaggiare la giovane ragazza, che con un sorriso si fece docilmente accompagnare alla scrivania che, sgombra com'era, sembrava già pronta per ospitare il suo minuto corpo. Adagiata sul tavolo e a gambe larghe, Giorgia era pronta per il mio randello, ma la mia voglia di lei mi spinse prima di tutto a usare la mia bocca, affondando la lingua nella sua fresca fessura, passandola lentamente da cima a fondo per poi soffermarmi sul clitoride, vibrante di piacere, mentre la ragazza con entrambe le mani si tappava la bocca, per non tradire la nostra presenza a chi passasse da quelle parti. Durante quel magnifico banchetto non smettevo un attimo di toccarmi, volevo farmi trovare pronta per il piatto forte, da servire di lì a pochi minuti, quando finalmente accontentai la mia nuova conquista, infilando il mio pezzo di carne fin dove potei, con una lentezza che la fece impazzire. Arrivata in fondo vidi i suoi occhi sbarrarsi di piacere, per poi implorare di non fermarmi lì, preghiera inutile, dato che le mie intenzioni erano ben diverse: cominciai a penetrarla con un ritmo di tutto rispetto, mentre lei si teneva le cosce belle larghe per agevolarmi il compito e io con una mano la tenevo per il collo, mentre con le dita dell'altra esploravo la sua bocca, pronta a succhiare anche quelle.
Era da tempo che non avevo il membro così turgido, Giorgia, così piccola ma calda, mi faceva impazzire come nemmeno il più monello degli stalloni aveva saputo fare, e più passava il tempo più la pompavo con forza, tappandole di tanto in tanto la bocca quando il suo godimento strabordava, facendole sfuggire gridolini che potevano attirare attenzioni indesiderate; tutto quell'essere sottomessa, però, parve non andarle più a genio e, scesa dalla scrivania, la ragazza mi fece sdraiare sul nudo pavimento, per poi sedersi comodamente sulla mia faccia, per godersi nuovamente la mia lingua mentre, in un succulento sessantanove, lei si occupava del mio arnese, facendolo sparire magistralmente tra le sue splendide labbra. Più Giorgia mi lavorava velocemente il pezzo di carne, più a fondo infilavo la lingua nella sua fessura, ormai fradicia a tal punto da iniziare a colare, in una sorta di competizione a chi faceva godere di più l'altra, fino a quando lei calò l'asso nella manica, decidendo di infilarsi la verga dentro e prendendo a cavalcarmi dandomi le spalle. Da quella posizione potevo vedere le decine di tatuaggi che aveva sulla schiena, il che mi sorprese dato che non ne aveva da nessuna parte, rivelando un lato di lei più trasgressivo di quanto non pensassi: farfalle, draghi e micetti sembravano prendere vita mentre Giorgia prima andava su e giù sul mio membro, poi ondeggiava dolcemente su di esso, facendomi esplorare ogni piccolo angolo del suo sesso. Lo spettacolo della sua schiena, inarcata per ricevere al meglio il mio randello, fu secondo solo a quello dei suoi seni che ondeggiavano a pochi centimetri dal mio viso quando si mise a pomparmi di fronte, due sfere quasi perfettamente tonde, morbide ma compatte come solo le fresche ventenni possono avere, seni che si allontanarono dalla portata della mia bocca assetata quando Giorgia, sporta che fu all'indietro, prese ad armeggiare con il mio didietro, prima infilandoci un dito, poi due, infine tre, il tutto mentre non smise di cavalcarmi. Questo giochetto sembrò divertirla ancora di più, al punto che dopo pochi istanti il mio ventre fu coperto dai copiosi succhi del suo orgasmo, di sicuro divertì me, che la raggiunsi nell'estasi del piacere qualche minuto dopo, forte come mai prima.
Sembravamo essere state in un'altra dimensione, lontane da tutto e da tutti, fuori dal tempo, eppure non erano passati che una manciata di minuti, tutta quell'esplosione di passione e di fuoco era durata il tempo di una normale pausa dai nostri doveri, così, entrambe esauste, quando tornammo ai seggi nessuno si insospettì né sembrò farci caso, facendoci rimanere stupite da quanto la nostra assenza fosse passata inosservata; a saperlo, ce la saremmo presa con molta più calma, pazienza però, intanto mi sono fatta una nuova amica in paese, con cui ci sarà tutto il tempo per approfondire ancora e ancora la nostra conoscenza...

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